foto da sussurandom.it
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LA RISPOSTA DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE ALLA CAMPAGNA MEDIATICA DI DISINFORMAZIONE SULLE NUTRIE CONDOTTA NELLE PROVINCIE DI ROVIGO E FERRARA

“E’ una vera e propria campagna di disinformazione, condotta senza tregue e con un fine ben preciso–legittimare violenze e stragi a scopi di lucro-quella che si sta svolgendo sui quotidiani locali di Rovigo e Ferrara in questi giorni, riguardo gli impatti e la pericolosità della Nutria. Non è difficile risalire  a chi sta dietro questi attacchi ed ai suoi interessi; la cosa patetica tuttavia è che, nel cercare il proprio tornaconto, si sta letteralmente dando la zappa sui piedi. Le Associazioni di categoria agricole, quelle venatorie e i Consorzi di Bonifica vogliono far credere che la Nutria sia una specie di mostro che si riproduce a dismisura, uccide gli uomini a morsi ed è portatrice di ogni sorta di pestilenza, ed invocano una chiamata alle armi per spazzare via questa specie dal territorio.

Peccato non dicano che eradicare la Nutria è impossibile“–a parlare è la Dottoressa Cristina Marchetti della Facoltà di Veterinaria di Parma, all’attivo anni di studio di questi animali–” e che gli abbattimenti non faranno altro che incentivarne una maggiore proliferazione,come constatato anche da studi scientifici riportati negli stessi rapporti dell’Isprae “stranamente” in contrasto con ciò che questoEnte va poi consigliando“.

foto-da-yahooAd essere presi in giro sono inprimis gli stessi agricoltori, che non vedranno affatto diminuire il numero di nutrie nelle campagne ma di certo  assisteranno alla invasione dei coadiutori con licenza di sparare in deroga a qualsiasi distanza di sicurezza, con evidenti rischi per la popolazione, i frutteti e gli animali delle corti.
Nell’ ultimo articolo della Voce di Rovigo, datato 4 febbraio 2016,ad intervenire è un veterinario chiamato a curare un cane morso da una Nutria. Difendersi in caso di minaccia–e un cane è un predatore per una Nutria-è normale per qualsiasi essere vivente; l’episodio in sé non avrebbe dovuto stupire. Il veterinario invece propina una tale serie di falsità da far venire i brividi. “Un doveroso grazie al giornalista per aver pubblicamente sottolineato la mancanza di informazione sulla Nutria” – continua la Dott. Marchetti – “dove per informazione non si intende la disponibilità di notizie sull’ argomento a cui chiunque può accedere, ma la tendenza a non far la fatica di studiare prima di diffondere notizie che, in questo caso, possono configurare il reato di Procurato allarme (Art.658 codice penale). Non è ben chiaro, però, chi non abbia studiato,se il giornalista o il veterinario e, detto sinceramente, se le affermazioni che leggiamo sull’articolo provengono da un veterinario che alle fonti scientifiche dovrebbe attingere quotidianamente per ben
affrontare il proprio lavoro, mi farebbe davvero male dato che appartengo alla sua stessa categoria“. Fonti scientifiche dicono, ad esempio, che la gravidanza della Nutria dura circa 130 giorni (128-135) (Benirschke 2007) e non certo 26 giorni come riportato. Ma questo è forse più interessante per chi si occupa seriamente della Nutria e cerca soluzioni praticabili, etiche e intelligenti per consentire una convivenza pacifica con questo animale.

Una specie che è presente sul nostro territorio solo ed unicamente per opera dell’uomo e della sua faciloneria, a causa della quale ha importato la Nutria per la produzione di pellicce di castorino, procurando il danno di cui oggi parliamo per lo più a sproposito e senza informazioni attendibili. “Evitando di puntualizzare ogni pressappocaggine comparsa sull’articolo (in primis l’idea veramente assurda che la Nutria possa uccidere un uomo!), vorrei solo ricordare ch esostenere la pericolosità delle Nutrie come portatrici di malattie è un atto grave in quanto non supportato da evidenze scientifiche; la Nutria, infatti, non è diffusore di alcun agente patogeno così come più volte affermato dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Tali Istituti non sono mai giunti a ritenere che le nutrie siano diffusori di malattie; per questo e per facilità di raccolta delle informazioni, invito chiunque intuisca di aver bisogno di colmare lacune, a leggere una pubblicazione in lingua italiana che porta alla concretezza della Nutria, descrivendo l’animale e l’ambiente in cui vive col supporto di una ricca bibliografia scientifica (Marchetti Cristina, Cantoni AnnaMaria, Bracchi Pier Giovanni, Corradi Attilio. (2015)  NUTRIA (Myocastor coypus): ANATOMIA, FISIOLOGIA, ETOLOGIA, PATOLOGIA. RICERCA DI SOLUZIONI SOSTENIBILI PER IL CONTROLLO NUMERICO DELLA POPOLAZIONE. Ann. Fac . Medic. Vet. di ParmaVol. XXXII pag.77-127)”.

foto da change.orgUgualmente indignati la Dottoressa Barbara Faccini e il Professor Marco Bondesan, del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell ’Università di Ferrara: “ Assurdo continuare a fare del pressapochismo, mentre i numeri ufficiali rilevati dalla Provincia di Ferrara anche nell’ambito di studi congiunti con UniFE parlano di una densità mediamassima di 0,3 nutrie per ettaro, troppo bassa per costituire un pericolo per la sicurezza idraulica, considerando anche che la lunghezza tane in  genere non supera i 3 metri. E’ criminale impaurire la gente senza motivo riguardo la sicurezza idraulica, perché non è vero che tutti gli argini dei canali della bassa Pianura Padana sono
pensili (come si otterrebbe la funzione di scolo, se lo fossero?), e le Nutrie tendono a non colonizzare i corsi d’acqua principali “.
La Nutria è un castoro, dunque un erbivoro che non si ciba assolutamente di uova o di animali; partorisce in media 2 volte all’anno 5 cuccioli, di cui volpi e rapaci sono efficaci predatori e la cui mortalità è elevata specie in periodi freddi. In natura la Nutria si costruisce il nido utilizzando i canneti; si risolve a scavare tane negli argini solo negli ambienti in cui la vegetazione ripariale è stata distrutta.”Se si fossero seguite le direttive delle “ Linee guida per la riqualificazione dei
canali di bonifica” pubblicate dal CIRF( Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale) nel 2010,  la presenza di questo animale oggi non creerebbe alcun problema ai corsi d’acqua. Le frane delle sponde sono un fenomeno complesso dovuto ad una molteplicità di fattori, principalmente la natura argillosa del terreno, la sezione troppo ripida dei canali e la loro periodica messa in asciutta voluta dai Consorzi di Bonifica, il frequente passaggio di mezzi pesanti su capezzagne e strade arginali; le  tane delle Nutrie incidono solo in minima parte sul dissesto, che potrebbe certamente essere mitigato con una efficace e costante manutenzione. Senza dimenticare che gli agricoltori sarebbero  tenuti a mantenere una fascia di rispetto di 5 m dalla riva di canali e scoli, ma nessuno lo fa e si  arriva a coltivare fin sugli argini, ove è il passaggio dei trattori più che la presenza di tane a provocare il franamento. Non ci stancheremo mai di ripeterlo – insistono i due geologi – sono ben  altri i problemi che affliggono l’ idrografia della bassa Pianura, tutti riconducibili alle attività antropiche”.
Ma se non volete credere agli scienziati ,basta osservare i risultati:  da oltre 40 anni si ammazzano le  Nutrie con ogni mezzo, ma il numero di capi abbattuti annualmente non cala ( come testimonia noi  dati provinciali sugli abbattimenti), segno che questa  strage non è utile a nessuno se non a chi tra e lucro e godimento dallo sparare ad animali inermi e a chili ha scelto come capro espiatorio di una  gestione territoriale tutta da rivedere. Inoltre nessun caso di contagio o aggressione, né inondazioni riconducibili alla Nutria, si sono mai verificati.
nutrieLe Associazioni di categoria lamentano che i danni causati dalle nutrie ai raccolti raggiungano cifre da capogiro.E invece i dati ufficiali dicono ben altro. Ad esempio quelli pubblicati sul sito della Regione Emilia-Romagna ammontano ad un totale di 1.514.176 euro in 10 anni per la Provincia di  Ferrara, che in rapporto alla SAU ( 214.726 ettari , fonte RegioneER ) si traducono in una spesa media di 0,7 euro all’ettaro, cifra decisamente esigua. Data la somiglianza idrologica e geomorfologica tra il territorio ferrarese e quello rodigino, la cifra può essere rappresentativa anche
per quest’ultimo.

Mentre aumenta in tutta Italia il numero di persone che ha adottato una Nutria come animale da compagnia, data la sua estrema docilità, sono in atto di versi studi volti a formulare  la migliore strategia di controllo numerico di questa specie con metodi incruenti ed ecologici. Tra questi, l’uso integrato della sterilizzazione chimica, della rinaturalizzazione dei canali, di dissuasori  olfattivi e di reti arginali è la combinazione vincente sul lungo periodo. “Si tratta di strategie che
danno risultati stabili nel tempo, permettendo non solo il controllo della Nutria, ma anche di migliorare sensibilmente gli habitat autoctoni e favorire la biodiversità locale. Interventi strutturali  in grado di arricchire l’ambiente di pianura e di permettere anche una sua più piacevole fruizione da  parte dei cittadini, come dimostrato da recenti progetti LIFE  finanziati dalla UE in ambito  emiliano”. Una gestione del territorio, dunque, veramente ecosostenibile ed etica .Qualcosa che  richiederebbe alle lobby agricole di fare un passo indietro per espandere gli spazi naturali a scapito
di campi coltivati ed iper-sfruttati. “Qualcosa che l’avidità del sistema non vuole prendere in  considerazione – sottolineano le Associazioni animaliste – e allora ecco la disinformazione e la violenza, tutto al fine di distogliere l’attenzione della popolazione dai reali problemi e trovare un facile quanto improbabile colpevole di tutti i mali di questa agricoltura irresponsabile, tenuta inscacco da assurde logiche di mercato”.

ENPA Ferrara
ENPA Sez. di Cento
Animal Liberation Sez. di Ferrara
OIPA Ferrara
LAV Ferrara
LAV Rovigo
Lega del Cane Ferrara
Oasi feline Pieve di Cento
Animal Defenders
Associazione ZOE
Associazione Animaliamo Bondeno
Associazione A Coda Alta
Fare Ambiente Sez.di Ferrara
G.A.T.A. Ferrara
A.V.E.D.E.V Ferrara
A.A.E. Italia