San Carlo – Sant’Agostino (fe)
Allagamenti…il “Ritornello” dell’evento eccezionale
I cittadini postano le foto della situazione e si prendono dei ” lamentoni “
Piove. E’ da un po’ che piove… Sono ancora attuali le immagini della Romagna. Ma i problemi ci sono anche a casa nostra e ci sono da tanti anni. Ecco che di nuovo molte zone di Terre del Reno vanno sott’acqua. Il Ritornello: “Evento eccezionale”/”Bomba d’acqua. Beh comincia ad essere un po’ troppo ordinaria, questa eccezionalità, per continuare a negare una situazione che non vede un serio impegno di studio e prevenzione. Piove certo, ma smettiamo di parlare di “eventi eccezionali” quando oramai sono la normalità.
E ieri (3 giugno 2023) nel tardo pomeriggio con una scarica d’acqua dal cielo che di “raro” non aveva niente, i cittadini di molte zone erano già off limit. Lo vediamo dalle immagini. Sono davvero esausti e arrabbiati i cittadini, soprattuto di San Carlo, che negli anni hanno difeso le loro case a spese loro, spesso abbandonati dalle Istituzioni del momento, che manco li hanno aiutati a smaltire i mobili distrutti. Si perchè l’acqua in casa ha devastato mobili, elettrodomestici, giardini, garage e muri. Hanno buttato via tutto. Hanno comprato pompe idrauliche. Hanno fatto costruire fogne private. Hanno fatto di tutto. Ma qualcosa non va. La situazione dopo il terremoto del 2012 si è aggravata. E non si sentono né tutelati né difesi dalle Istituzioni. C’è anche chi a proprie spese ha fatto controllare le caditoie e le fogne pubbliche. In sostanza non sufficienti. Non possono neanche arrabbiarsi ed esprimere il loro disagio sui social, perchè vengono bacchettati come “lamentoni“…perchè usano il cellulare e i social per postare la loro situazione. “Succedeva anche anni fa ..ci si allagava anche 50 anni fa..(ndr) ma ovviamente si tirava su l’acqua con i secchi, non ci si lamentava sui social”… Il sindaco Roberto Lodi dichiara alla stampa: “Su San Carlo si è riversata una vera bomba. Siamo fuori con la protezione civile che sta intervenendo con le pompe.Si è allagata la zona tra via Bonfiglioli e via Galilei con l’acqua che è arrivata a toccare i 15 centimetri ma che, pur sfiorando, non è entrata nelle case. A Sant’Agostino, invece, abbiamo avuto via Matteotti allagata e dovuto chiudere il sottopassaggio(ndr)“. Una risposta ovviamente istituzionale che scatena la rabbia di chi sott’acqua ci è andato e risponde “Signor Sindaco, posso avere il suo numero di telefono? Così la prossima volta che capiterà (perché capita periodicamente) la chiamo e le faccio vedere che a casa mia è entrata eccome. Ma tanto ormai il mio tavolo, le mie sedie, la camera da letto, il divano sono già rovinati, che problema c’è”. E ancora chi interviene a difesa del Sindaco, che di difese non ne ha bisogno, perchè è ben consapevole del problema e molto dispiaciuto. “La vasca di laminazione dietro il centro civico a San Carlo chi l’ha fatta ? ( sottinteso… questa amministrazione) Se non c’era quella sarebbe stato anche peggio, con 70 mm. In pochissimo tempo regge quel che può l’impianto fognario” . Quindi 15mm, 30mm o 70mm? Chi ha ragione? Cosa c’è di meglio che la fotografia, seppur parziale di una situazione?
Il volume non è dei migliori, ma crediamo bastino le immagini. Una “bomba d’acqua” normale per un temporale. E’ abbastanza palese che qualcosa nel sottosuolo, con il terremoto, è successo. Anzichè “tirare”, le fogne emettono zampilli d’acqua. E’ altresì chiaro che il sistema fognario va manutentato maggiormente e va rivisto. Perchè l’acqua zampilla nei giardini ed esce dai piatti delle docce. Si allagano sempre gli stessi punti da anni.
Cosa si può fare? C’è una soluzione?
Parlando in generale normalmente succede che tutta l’acqua va a confluire nel sistema fognario, sia che questo sia una fognatura cosiddetta “bianca”, cioè con le sole acque piovane, o “mista”, dove confluiscono oltre alle prime anche i reflui domestici (le “acque nere” delle aziende e dei privati). Questi reti (vecchie) hanno una “portata di progetto”, sono cioè pensate e costruite per far confluire una certa portata d’acqua al minuto. Quando le precipitazioni sono così intense, come nel caso di ieri 3 giugno, accade che la portata meteorica, la quantità d’acqua che si riversa al suolo e confluisce nel sistema fognario, sia maggiore della portata di progetto. La fognatura in questo caso va in crisi, non riesce a fare defluire più acqua al minuto di quella per cui è stata progettata. Si verificano così gli allagamenti di sottopassi (via Matteotti), cantine e garage. Lavorando in prevenzione occorre controllare le caditoie (le griglie sulle strade dove l’acqua entra in fognatura) e liberarle qualora ramaglie o altri oggetti portati dai violenti rovesci occludano le feritoie impedendo il passaggio dell’acqua. Una volta che rientra poi l’emergenza e i rovesci torrenziali cessano, gli utenti che hanno segnalato disagi devono essere richiamati, per capire se l’acqua è defluita o se persistono dei problemi. Nel secondo caso si deve procedere con un controllo più approfondito perchè c’è un reale problema specifico.
Servono tubi più grandi?
I tecnici del settore spiegano che “i tubi più grandi servirebbero a raccogliere le acque durante le “bombe d’acqua” come quelle di ieri. Ma nella normalità di tutti i giorni sarebbero poco efficienti in condizioni ordinarie, perchè se troppo “vuoti” non garantirebero il giusto defluire degli scarichi”. Ma in quella zone sì, ci vorrebbero, e si sa, che la rete fognaria non funziona a dovere.
Non ci sono dunque possibili soluzioni?
In ipotesi si può intervenire in termini geologici. Molto probabilmente con l’evento sismico si sono create nel primo sottosuolo ampie zone fondamentalmente impermeabili, che non consentono all’acqua di filtrare nel terreno. O stiamo forse ragionando solo a Valle, quando invece come spesso accade, sarebbe meglio andare a Monte? Il problema grosso, se vogliamo, è urbanistico. Probabilmente esistono ampie zone fondamentalmente impermeabili, che non consentono all’acqua di filtrare nel terreno. Pensate di essere in un prato e di versarvi un secchio d’acqua. L’acqua cade e bagna il prato e dopo poco filtra negli strati sottostanti. Provate a ripetere l’operazione, ma stendendo prima sul prato un telo impermeabile, lasciando solo un paio di buchi. L’acqua rimarrà sul telo, piano piano defluirà dai due buchi, con le opportune inclinazioni e dopo molti minuti e ore, se non ci sono 30 gradi, defluisce o evapora. Quindi servono più buchi e una maggiore inclinazione studiata ad hoc. Quel telo immaginario è il nostro asfalto, le nostre case, i marciapiedi, i parcheggi. I buchi del telo sono le cavitoie, i “tombini”.
Consci di questo, ci si deve muovere ora e non domani. Più aree verdi che assorbano e mitighino il rischio idraulico perchè sone permeabili. I torrenti d’acqua che si formano sulle strade si formano perchè la pioggia non ha alternative alle fogne, non adeguate, dove defluire. Sicuramente deve cambiare l’atteggiamento di chi “comanda”nei confronti di “chi subisce”.