Finale Emilia
L’Osservatorio
sul Processo della Discarica
Osservazioni sui fatti e gli argomenti della difesa
Come tutti ben sanno L’Osservatorio civico “Ora tocca a noi” si è costituito parte civile nel procedimento giudiziario che vede al centro la discarica di Finale Emilia sequestrata a dicembre di due anni fa. La Procura di Modena ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati accusati a vario titolo di abuso di ufficio, falso ideologico, omissione di atti di ufficio, inquinamento ambientale e gestione di rifiuti non autorizzati.
Nelle ultime udienze preliminari le difese hanno chiesto per alcuni degli imputati il non luogo a procedere, mentre nelle udienze precedenti il Pm titolare del fascicolo Dott. Marco Niccolini, aveva invece depositato ulteriori atti modificando e aggravando il capo di imputazione, passando da reato ambientale colposo a doloso.
Ora in attesa delle decisioni del Giudice e aspettando la prossima udienza preliminare del 29 aprile nella quale sono attese le repliche della pubblica accusa, come rappresentanti dei cittadini in questo procedimento giudiziario, ci sentiamo in dovere di stigmatizzare alcune fondamentali considerazioni.
Tutto il contendere di questa vicenda verte sostanzialmente sulla correlazione o meno esistente tra i superamenti dei livelli della CSC ovvero della concentrazione della soglia di contaminazione di molteplici elementi e sostanze inquinanti presenti nelle falde acquifere e l’attività della discarica. A nostro parere non è accettabile che la difesa affermi che il superamento dei limiti di legge di questi elementi inquinanti riscontrati nella falda acquifera sia riconducibile a fattori naturali. La difesa punta su questa tesi quasi esclusivamente per due elementi il ferro e il manganese, dimenticando che sono molteplici le sostanze inquinanti che sono state rilevate con valori superiori alla concentrazione di soglia di contaminazione e quindi con livelli fuori legge. A questo proposito nel verbale della Conferenza dei Servizi del 30 aprile del 2020 viene riportato il superamento della concentrazione di soglia di contaminazione in vari piezometri, di molteplici sostanze inquinanti ritrovate nelle falde acquifere dell’area di discarica, tra cui il triclorometano, il cromo esavalente, il piombo, l’antinomio tutti elementi e sostanze che non sono certamente riconducibili a fattori naturali, ma bensì considerati indicatori di inquinamento antropico.
Per portare a conoscenza dei cittadini altre ulteriori situazioni di sforamenti dei limiti di legge di svariati inquinanti che si possono riscontrare nei fiumi di documenti pubblici che abbiamo analizzato, citiamo qui solo alcuni esempi temporalmente distanti tra loro, ma che proprio per questo fanno luce sulla estrema gravità di inquinamento reiterato nel tempo che questa discarica ha provocato. Nel documento redatto da Arpae dal titolo “Valutazioni relative ai monitoraggi sulle matrici acqua e atmosfera presso la discarica Feronia di Finale Emilia” relativo all’anno 2014, si afferma che in vari piezometri sia profondi che superficiali viene segnalata la presenza di CVM (cloruro di vinile monomero) con concentrazioni superiori ai limiti normativi. Nel rapporto sull’impatto ambientale presentato da Feronia il 23 gennaio 2018 viene affermato che relativamente al superamento dei valori dei cloruri non si possa escludere l’interferenza della discarica.
Quindi con il massimo rispetto dell’iter giudiziario ed in attesa delle prossime udienze, ci sentiamo però di ricordare che non è assolutamente accettabile affermare che il grave inquinamento delle acque del territorio della discarica di Finale Emilia sia dovuto a fattori “naturali”.
Tutto ciò è irricevibile per la semplice ragione che sono reiterate le violazioni normative dei parametri di innumerevoli inquinanti che non hanno nulla a che vedere con i valori di fondo naturali, ma sono elementi e sostanze che indicano invece un inquinamento antropico in questo caso riconducibile alla discarica Feronia di Finale Emilia.
Maurizio Poletti ( Portavoce Osservatorio civico “Ora tocca a noi”)