Lettere alla Redazione
L’emergenza covid colpisce anche il portafogli
Una delle tante voci per cui il problema non è di tipo sanitario ma economico, tra gli enigmi della burocrazia
Buon pomeriggio alla redazione.
Volevo raccontarvi della mia attuale esperienza con l’ “Istituto Nazionale Previdenza Sociale”, più comunemente chiamato “INPS”, riguardo alla richiesta di uno stato di cassa integrato convertito, concedetemi il termine, in avente diritto ad un bonus di € 600,00 per le mensilità di marzo, aprile e maggio per l’anno corrente a causa del virus Covid-19.
Sono proiezionista di multisala con contratto intermittente (a chiamata come molti lo menzionano) e come sappiamo tutti i cinema sono stati i primi ad aver sospeso l’attività e tra gli ultimi ad aver ricominciato il 15 giugno; la mia azienda riprenderà il primo agosto con la programmazione, per così dire ordinaria, con non tutte le sale in funzione.
Come i miei colleghi, feci domanda per l’anticipo per la cassa integrazione fornendo alla mia banca le documentazioni necessarie in data 7 maggio e ricevetti nel giro di un paio di giorni la somma di € 616,00 di cui € 16,00 decurtati per imposta di bollo. Questa somma servì per pagare i conti maturati ed in effetti fu un salvagente per me.
Attesi la fine del mese per ricevere le somme residue che mi spettavano ma invano.
Mi venne in mente, per fortuna direi, di chiamare il nostro ufficio amministrazione e l’ufficio paghe scoprendo così che per i contratti a chiamata non era previsto l’anticipo ma un bonus di € 600,00 per le mensilità di marzo, aprile e maggio come da circolare INPS n.67 del 29 maggio 2020. Tale domanda va fatta attraverso il sito INPS.
“Come? Fate le regole dei giochi e poi nel mezzo della partita le cambiate?”
Procedetti quanto prima ad effettuare la domanda precisamente il 5 giugno.
Poiché, come tanti immagino, sono somme che non fanno solo comodo ma sono necessarie per affrontare questo momento di difficoltà, verificavo sul sito lo stato di avanzamento della domanda e il conto se arrivava il bonifico con cadenza settimanale per due settimane.
Non vedendo nessuna novità, chiamai allora il numero per sapere le tempistiche di evasione di questo tipo di pratica: il 17 giugno mi dissero di richiamare dopo un paio di giorni se non fosse arrivato il bonifico. Il 19, vedendo la situazione immutata, chiamai nuovamente sentendo una seconda versione: hanno tempo 30 giorni per evadere la pratica (domanda presentata il 5 giugno in via telematica sul sito INPS).
Oggi sono 31 giorni (ieri era domenica) ed ho sentito una nuova versione: nessuno sa i tempi di evasione per questo tipo di pratiche; scriva all’ufficio territoriale per tentare un sollecito.
A questo punto, onestamente, mi sento preso in giro; mi par di essere tornato al 2014 quando, seppur rispettando i termini previsti, feci domanda di disoccupazione ai primi di giugno ed arrivò ad agosto perché mi dissero “sa, ci sono le ferie”.
L’e-mail alla direzione di Ferrara l’ho già mandata ma sto pregando il cielo che non arrivino solleciti per mancati pagamenti che mi metterebbero in ulteriore difficoltà con multe e sanzioni e richieste di danni senza contare che devo rendere i 600,00 €, anzi 616,00€, alla banca poiché è una somma non dovuta e ci rimetto anche 16,00€ di bollo per una pratica che non dovevo fare e che nessuno, immagino, mi rimborserà.
Spero di non trovare nella risposta da Ferrara “Sa, ci sono le ferie!” perché rischio questa volta di rispondere male “Le ferie? Mettetele nel cassetto della scrivania. Tiratele fuori quando avrete sistemato i pasticci”. Accidenti a me che non ho registrato le conversazioni perché le porterei in tribunale se ciò mi consentisse di chiedere i danni all’istituto. E giusto per la cronaca anche il servizio di assistenza telefonica dell’INPS registra le conversazioni.
Questo è quello che mi stà accadendo ora, di altri non so.
Lettera Firmata