Cento (fe)
Evitare il depotenziamento dell’ Ospedale di Cento
Fabio Bergamini: ” necessaria una mobilitazione a tutti i livelli istituzionali per evitare danni irreparabili “
«La situazione della rete ospedaliera del territorio è meno rosea di quanto sostengono i vertici della Sanità. A cominciare da Cona dove i sindacati dei professionisti sanitari hanno richiesto un tavolo in Prefettura, ma anche per quanto riguarda l’ospedale “Santissima Annunziata” di Cento, alle prese con una serie di criticità che mette in seria discussione servizi fondamentali come la Chirurgia e il Punto Nascite». Parte da qui l’attacco a tutto campo del consigliere regionale Fabio Bergamini, che ha organizzato un incontro in mattinata a Cento. Per mettere a conoscenza delle problematiche che riguardano il nosocomio centese. In primis, per la mancanza di anestesisti. Figure difficilissime da reperire, anche a livello nazionale. Eppure, sul territorio provinciale il loro numero è sufficiente, ma appaiono mal distribuiti – osserva Bergamini –. Attualmente, gli anestesisti rimasti in servizio a Cento sono 6, a fronte della riduzione nei mesi scorsi di un’unità. Questo significa che senza un anestesista ulteriore assunto in forma stabile, che garantisca la sua reperibilità, è attualmente a rischio lo svolgimento di attività fondamentali, quali: Pronto soccorso, Terapie Intensive, Ostetricia, Punto Nascite».
Attualmente, l’Azienda sanitaria navigherebbe a vista, gestendo l’emergenza grazie a figure esterne. «Esiste anche un Dipartimento Interaziendale – ricorda Bergamini – che dovrebbe intervenire per fronteggiare simili difficoltà, ma che non pare aver avuto un ruolo attivo». Un discorso diverso merita il Punto Nascite, «uno dei tanti che la Giunta Bonaccini aveva detto di voler difendere, e che fu temporaneamente chiuso a dicembre. Solo di fronte alle nostre proteste si è sbloccato qualcosa, con l’Ausl che ha arruolato alcune ostetriche provenienti dal privato, ma è indubbio che la programmazione abbia lasciato vari coni d’ombra». Inoltre, le criticità del “Santissima Annunziata” sarebbero legate «alla obsolescenza delle sale operatorie, alla mancanza di strumentazioni moderne». Nella rete delle strutture sanitarie provinciale si sta vivendo con apprensione il discorso degli interventi chirurgici “programmati”, quindi non le urgenze. Gli interventi programmati trovano sempre con maggiore difficoltà una collocazione, congestionando i due principali poli per acuti: Cona e il Delta. Per fare un esempio, la riconversione ormai partita dell’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta verso un polo di eccellenza ortopedico, in collaborazione con l’Istituto Rizzoli, «ha comportato nell’ultimo periodo la riduzione di varie prestazioni chirurgiche: Ad Argenta, secondo quanto risposto ad una mia interrogazione, sono risultati in calo gli interventi per la cataratta (circa 900 all’anno), quelli di day-surgery generale (200 nei dodici mesi) e le isteroscopie operative (140 interventi l’anno)». Ad analoga interrogazione posta sulla carenza degli anestesisti a Cento e la sopravvivenza difficile di varie specialità, «la Regione ha risposto l’altro giorno (si fa per dire) raddoppiando i tempi utili per fornire le informazioni richieste. In tutto questo, è lecito domandarsi cosa stia facendo la Giunta comunale di Cento, che sembra non voler creare allarmismi e, per questo, tace sulle condizioni reali dell’ospedale di Cento».